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Tagliare sul diritto al Reddito e aumentare la spesa negli armamenti offensivi: la prospettiva preoccupante del Governo Meloni

di Nicola Teresi

Il Governo Meloni vuole superare i precedenti creando emarginazione e sconforto, togliendo a chi ha poco e non aiutando chi non ha niente. Si continua a spendere in armamenti offensivi, a inviare armi per continuare le guerre e a creare sempre più poveri con le politiche economiche statali ed europee, a permettere evasione per miliardi di euro alle grandi imprese. Basterebbe una fiscalità progressiva ad esempio, come una democrazia che si rispetti dovrebbe avere.

Loris, Cristian, Lorenzo, Ivan, Robert, Evans, Giuseppe, Ciro, Francesco, Nicola sono nomi di fantasia, ma le loro storie sono reali. Persone che dopo uno o più episodi sfortunati della vita hanno trovato riparo nelle 18 comunità Emmaus di tutta Italia, da Palermo ad Erba, Roma, Catanzaro, Cuneo ed altre.

Persone che hanno ritrovato la dignità di avere un ruolo nella società, che hanno riscoperto legami di amicizia e la bellezza di avere delle responsabilità quotidiane, da portare avanti per autofinanziare la comunità che accoglie i meno fortunati, coloro che colpevolmente sono stati lasciati indietro dalle istituzioni del nostro paese.

Queste persone, dopo aver ritrovato coraggio, dopo essersi rafforzati all’interno delle comunità Emmaus, hanno potuto cercare un’alternativa grazie all’introduzione del reddito di cittadinanza. Qualcuno ha trovato una casetta o una stanza, potendo pagare l’affitto; altri si sono iscritti a scuola. Persone che però, nella maggior parte dei casi, non sono riuscite a trovare un lavoro oltre il reddito. Perché nessuno li ha aiutati a farlo, perché sono troppo vecchi o poco formati per un mercato del lavoro cinico che non dà spazio a chi non è troppo “performante”, o che sfrutta le persone concedendo un salario non dignitoso a fronte di tante ore lavorative. Il reddito ha dato loro la dignità di non dover chiedere; quel poco per poter vivere una vita meno povera.

Tra qualche mese per molti di loro finirà questo diritto. Il diritto di ricevere un sostegno economico per comprare alimenti di base, per non dipendere da altri, per fare qualche acquisto contribuendo all’economia generale. Dovranno lavorare, ma il lavoro non c’è. Cosa faranno? Torneranno nelle nostre comunità dopo due anni? Torneranno a chiedere aiuto registrando una percezione di fallimento e sconforto? Cosa crea nella psicologia di queste persone tornare indietro? Sentire riconosciuta la loro vulnerabilità per poi essere accusati di non voler lavorare?

Nel nostro Paese si torna indietro. I poveri sono triplicati, i fattori di povertà moltiplicati, la precarietà divenuta strutturale e la disoccupazione raggiunge tutte le età e sempre più categorie sociali.

Il Governo Meloni vuole superare i precedenti creando emarginazione e sconforto, togliendo a chi ha poco e non aiutando chi non ha niente. Come Movimento Emmaus siamo spaventati di fronte alla stanchezza delle persone, alla fragilità che la povertà economica e l’emarginazione sociale creano. La vediamo tutti i giorni e cerchiamo di dare riparo.

Ancora una volta si fa cassa su chi sta peggio e si stigmatizzano gli ultimi, coloro che non hanno voce per rispondere né potere per controbattere. E, come sempre, si continua a spendere in armamenti offensivi, a inviare armi per continuare le guerre e a creare sempre più poveri con le politiche economiche statali ed europee, a permettere evasione per miliardi di euro alle grandi imprese. Basterebbe poco, una fiscalità progressiva ad esempio, come una democrazia che si rispetti dovrebbe avere.

Tratto da Rete dei Numeri Pari

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