I Giovani Verdi svizzeri chiedono l’introduzione della settimana lavorativa di 24 ore e un reddito di base incondizionato che garantisca la sussistenza di tutte le persone. La proposta giunge in occasione della giornata mondiale della salute mentale. “Con una settimana lavorativa di 24 ore si intende ridurre le ore di lavoro mantenendo lo stesso salario. Ciò significherebbe maggiore equità per tutte quelle persone che hanno potuto aumentare, tramite le nuove tecnologie, la propria efficienza e produttività, senza però vedere alcun corrispettivo nel proprio salario”, si legge in un comunicato diffuso dai Giovani Verdi. “Inoltre, una riduzione dell’orario di lavoro comporterebbe un uso maggiormente sostenibile delle risorse e a maggior tempo a disposizione per le esigenze sia personali che sociali. Lavorare meno significa avere più tempo per sostenere sé stessi e i propri cari”.
“Le associazioni che si occupano di prevenzione ed aiuto sul territorio hanno recentemente lanciato un grido d’aiuto”, sostiene Noemi Buzzi, co-presidente dei Giovani Verdi Ticino, citata nel comunicato. “Le cliniche psichiatriche sono stracolme, le liste d’attesa per i posti di terapia si allungano sempre di più. Più del 30% di coloro che lavorano si sente emotivamente esausto e l’anno scorso le assenze dal lavoro a causa di questioni legate alla salute mentale sono aumentate del 20%. Abbiamo bisogno di misure molto più consistenti ed efficaci per una società che sia anche mentalmente sana. Ciò è importante, ma non è sufficiente, pertanto è essenziale andare alla radice del problema! Non è accettabile che in un Paese ricco come la Svizzera ci siano persone che non riescano, a causa della povertà, a soddisfare nemmeno un bisogno primario come il cibo”.
Accanto alla riduzione della settimana lavorativa, i Giovani Verdi vorrebbero un reddito di base incondizionato, anche se non chiaramente definito. “La Svizzera è uno dei paesi del Nord globale più ricco al mondo, ma la povertà è in aumento dal 2014 e presto raggiungerà un tasso insostenibile. Abbiamo bisogno di una visione chiara e concreta, benché taluni possano bollarla come utopica. Una protezione sociale completa non solo combatte la povertà, ma crea anche opportunità per tutte le persone nello svolgere attività di volontariato o di assistenza ai parenti, senza dover per questo temere una diminuzione dello stipendio”.