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Spagna: la CUP propone un reddito di base per l’intera popolazione residente in Catalogna

Il partito catalano della CUP (Candidatura d’Unitat Popular) chiede l’introduzione di un redditi di base finanziato attraverso una riforma fiscale che possa incidere sulle ricchezze del 20% più ricco delle persone.

La Catalogna ha chiuso il 2020 con 497.611 disoccupati, il 28,21% in più rispetto all’inizio dell’anno. La CUP, durante una iniziativa a Barcellona, ha avanzato la proposta di misure per “garantire il diritto di esistere”, come ha dichiaro Eulàlia Reguant. Per questo motivo la proposta di un reddito di base  deve far parte di un programma di aiuto sociale per affrontare le conseguenze del covid19. Questa remunerazione economica sarebbe erogata all’intera popolazione residente in Catalogna e rappresenterebbe la “prima base della libertà repubblicana”.

A differenza del Reddito Vitale Minimo o della Renda Garantida de Ciutadania, che è considerato “costoso e parziale”, il reddito di base universale suggerito dal CUP è un reddito che riceverebbe tutti i residenti in Catalunia, e sarebbe finanziato attraverso una riforma fiscale che interesserebbe fino al 20% dei contribuenti più ricchi, e ne beneficerebbe oltre l’80% della popolazione. Allo stesso modo, questa misura non comporterebbe un costo aggiuntivo per le finanze pubbliche, come accade con il costo del personale dedicato alla supervisione del Reddito Vitale Minimo o la Renda Garantida de Ciutadania, misure che sembrano “più preoccupate di controllare che le persone siano abbastanza povere da ricevere benefici, piuttosto che estirpare la povertà e garantire che le persone abbiano un minimo per sopravvivere ” ha detto Eulàlia Reguant.

Secondo la CUP la Generalitat dovrebbe introdurre il reddito di base attraverso una tassazione alle grandi fortune, una tassa sul patrimonio più alta, e aumentare la raccolta delle tasse per il gioco d’azzardo.

“Stiamo vivendo una quadrupla crisi sanitaria, economica, ecologica e democratica”, ha detto Eulàlia Reguant, introdurre “il reddito di base universale è buon senso” visti la condizione di  1,7 milioni di persone a rischio di esclusione sociale in Catalogna, che rappresenta il 23,5% della popolazione, e di cui 435.000 vivrebbero in grave povertà. “Inoltre, il 55% vive di lavori precari”, ha ricordato Reguant, “più di un milione vive in una situazione di povertà relativa, più di 400.000 bambini (uno su tre) vivono in famiglie povere e molti altri in una situazione di povertà energetica.” Reguant ha inoltre voluto sottolineare che il reddito di base universale “non deve essere inteso come beneficenza, ma come un diritto acquisito.”

Fonte La Vanguardia

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