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Il Basic Income. Proposte a confronto. Tesi di Laurea in Economia, Mercati e Istituzioni

di Fabrizio Trocchia

Tesi di Laurea in Economia, Mercati e Istituzioni a cura di Fabrizio Trocchia dal titolo Il_Basic_Income_proposte_a_confronto. Università Alma Mater Bologna. Anno 2006.

Dall’introduzione alla tesi:

“INTRODUZIONE
La cultura occidentale, per come si è sviluppata dall’Illuminismo in poi, riconosce che disoccupazione e povertà sono condizioni soggettive e sociali indubbiamente inaccettabili: negli ultimi 150 anni, l’estirpazione della povertà e il raggiungimento della piena occupazione sono sempre stati al centro del dibattito concernente l’agenda politica.
Il progetto più antico e dal più ampio respiro è certamente quello del welfare state: lo stato ha l’onere di compensare in qualche modo coloro che rimangono emarginati dal processo di sviluppo economico. Questa concezione però è entrata in crisi, ed in modo evidente, a partire dagli anni Ottanta, tanto che da più parti se ne sono messe in dubbio l’efficacia e la sostenibilità economica. E’ per questo che negli anni ’90 emerge un progetto, il workfare state, secondo il quale sarebbe il mercato a doversi assumere l’onere di creare occupazione e reddito per tutti.
Il fine che questo paper si propone è quello di presentare invece un terzo progetto, elaborato in tempi più recenti, che si configura come un’alternativa ai precedenti (anche se secondo alcune concezioni dovrebbe essere considerato piuttosto un modello da affiancare al welfare, un mezzo per aumentarne l’efficacia): il basic income. Riferendosi alla definizione adottata dal Basic Income Earth Network, il basic income is an income unconditionnally granted to all on an individual basis, without means test or work requirement.
La proposta del basic income ha trovato ampio spazio e numerosi sostenitori sia nel mondo accademico sia nel mondo politico, tanto istituzionale quanto “di movimento”; è una proposta più che mai attuale, e che gode di un’ampia base di sostegno. Basti pensare, per esempio, che solo tra i mesi di maggio e giugno del 2006 un “Basic Income Guarantee Bill” è stato presentato alla House of Representatives statunitense da un deputato del Partito Democratico, che allo stesso tempo il presidente cristiano-democratico del land di Turingia ha avanzato la proposta di un “solidarisches
Brgergeld” (cioè un reddito di cittadinanza solidale), mentre a Helsinki l’European Green Party inseriva nella propria agenda politica l’introduzione di un basic income a livello europeo e  contemporaneamente a Roma 6000 giovani dei centri sociali ballavano al suono dei sound system, reclamando “reddito x tutti”.

Dietro l’etichetta del basic income, comunque, si nascondono spesso proposte differenti, ispirate a teorie economiche e filosofiche anche contrastanti e perseguenti finalità diverse tra loro.
Lungi dal voler offrire un’analisi esaustiva di un argomento tanto complesso, lo scopo che mi prefiggo con questo scritto è ben più modesto.

Dopo aver valutato, nel Capitolo 1, quali siano le potenzialità, ma anche gli svantaggi, delle proposte di riforma del welfare ispirate, in generale, all’universalismo, per mezzo di una comparazione con le misure assistenziali selettive, presento, nei capitoli seguenti una breve descrizione di tre fra le diverse proposte di attuazione del basic income.

La prima di esse, su cui verte il Capitolo 2, è l’imposta negativa sul reddito, la proposta avanzata dal premio Nobel Milton Friedman nella sua nota opera Capitalismo e libertà, e ovviamente ispirata ad una visione liberista della teoria economica.

Il capitolo 4 è dedicato ad uno schema di stampo neo-keynesiano, il dividendo sociale, che trova, anch’esso, tra i suoi sostenitori altri premi Nobel per l’economia, Joan Robinson e James Meade. In particolare si analizza, con gli strumenti analitici propri dell’economia pubblica, la specifica proposta di schema integrato basic income/flat tax e una proposta simile, ma “di compromesso”, come il basic income parziale.

Nell’ultimo e quinto capitolo invece si dedica una trattazione relativamente più articolata, vista l’attualità che un simile schema acquista all’interno dell’odierno paradigma post-fordista, alla concezione “antagonista” e “radical-riformista” di basic income, che definiamo, seguendo l’uso comune, reddito di cittadinanza. ”

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