Dal 1° marzo 1.000 giovani dai 18 ai 24 anni dell’Alta Garonna (un dipartimento francese della regione dell’Occitania) potrebbero sperimenterare il reddito di base, istituito dal consiglio dipartimentale, che può arrivare fino a 500 euro al mese.
- Dal 1° marzo il consiglio dipartimentale dell’Alta Garonna vuole sperimentare il reddito di base con 1.000 giovani dai 18 ai 24 anni estratti a sorte.
- Questo reddito di base varierebbe tra i 350 ei 500 euro e sarebbe attuato per diciotto mesi. Uno studio scientifico valuterà questo dispositivo.
- Questo esperimento deve ancora passare il controllo di legalità dei servizi dello Stato, impegnato inoltre sul suo contratto di assunzione per i giovani.
“La precarietà giovanile è in aumentata, durante la crisi sanitaria abbiamo visto giovani studenti che non potevano più permettersi di mangiare. Possiamo escluderli dalla solidarietà nazionale? No”, ha dichiarato Georges Méric, il presidente della comunità locale che ha presentato i contorni di questo nuovo progetto. Questo programma, della durata di 18 mesi, andrà a beneficio di un gruppo rappresentativo estratto a caso tra i giovani del dipartimento, già presenti negli archivi della comunità. Proverranno da aree rurali e urbane, sia attivi che studenti. “Ma se un giovane vuole candidarsi per essere, può farlo”, afferma Arnaud Simion, vicepresidente responsabile dell’azione sociale locale nel dipartimento.
L’importo di questo reddito di base sarà compreso tra 350 e 500 euro a seconda del reddito del nucleo familiare di riferimento di ciascun giovane. «Può essere combinato con altri aiuti e non è subordinato alla ricerca attiva di un lavoro o di una formazione professionale”. L’Alta Garonna conta 146.163 giovani tra i 18 ei 24 anni, di cui il 37% non ha alcun sostegno economico.
Un esperimento che dovrà passare il controllo della legalità dello Stato per la prossima primavera. “Abbiamo voglia di avviare questo esperimento. Le soluzioni sono due: o il Prefetto ci autorizza, oppure ce lo vieterà e noi sfideremo il governo perché lo riteniamo giustificato”, conclude Georges Méric.