Un nuovo film documentario cerca di rispondere alla domanda se la vita stessa debba essere «sostenuta economicamente». I registi Sean Blacknell e Wayne Walsh hanno prodotto un nuovo documentario The Cost of Living che discute dello stress mentale e fisico cui è sottoposto chi vive con un reddito instabile e precario e se il reddito di base sia il rimedio giusto.
Il film intervista molti eminenti studiosi del reddito di base, come Guy Standing e Barb Jacobson. Si concentra sulle questioni relative in modo specifico al Regno Unito, dove ci sono 3,5 milioni di persone in povertà lavorativa. Con l’arrivo di COVID-19, i cineasti sostengono che la discussione sul reddito di base è diventata più pertinente che mai. Nel film emerge bene quanto molti dei programmi attualmente vigenti nel Regno Unito non riescano a raggiungere tutte le persone né tutto il paese, e quando lo fanno è passato troppo tempo, come accade con l’Universal Credit (il credito universale) che i registi definiscono «disumanizzante». «Devi dimostrare che te lo meriti», ha detto Blacknell.
Nel documentario, si sostiene che gran parte della ricchezza di una persona dipende dalla fortuna e dal caso: ad esempio dove nasci è essenziale. Inizialmente, il film avrebbe voluto dare uno sguardo ampio delle ipotesi di intervento sociale ma si è via via concentrato sul reddito di base man mano che andavano avanti. I registi hanno infatti capito che la discussione sul reddito di base sarà sempre più importante a causa delle mutevoli tendenze economiche e tecnologiche in tutto il mondo.
Con nuovi picchi di COVID-19 in tutto il mondo, Wayne e Blacknell sperano che il film possa raggiungere un pubblico più ampio per facilitare il dibattito.
Il film è ora disponibile su Amazon Prime.
Fonte: Bien